Ci sono giornate che non avvisano.
Ti svegli e il mondo sembra lo stesso, ma qualcosa dentro è cambiato. Non c'è un motivo preciso, non c'è un evento scatenante: semplicemente, la luce si spegne dentro.
Tutto quello che ieri sembrava avere un senso, oggi si dissolve nel silenzio. Le persone parlano, le cose accadono, ma tu resti fermo - come se fossi dietro un vetro spesso, a guardare una vita che non riesci più a toccare.

Oggi è una di quelle giornate in cui si vede di nuovo tutto buio.
Il corpo c'è, ma la mente vaga altrove. Ogni rumore dà fastidio, ogni pensiero pesa. Ti chiedi dove sia finito quel piccolo fuoco che ti spingeva avanti, e la risposta non arriva. Forse si è solo nascosto per riposare, o forse si è stancato anche lui di lottare contro tutto.

Ci sono momenti in cui non vuoi sentire parole di conforto, perché la verità è che non c'è niente da spiegare. Non è tristezza, non è depressione, è solo stanchezza dell'anima. Quella che arriva quando hai dato troppo e non ti è rimasto più niente da offrire a te stesso.
Guardi la vita e ti sembra sbiadita. Ti manca il respiro delle piccole cose, la forza di credere ancora che qualcosa possa cambiare davvero.

Ma anche il buio, prima o poi, si arrende.
Non per magia, non per forza, ma perché dentro di te c'è ancora qualcosa che non vuole morire. Una scintilla minuscola, fragile, ma testarda.
È la parte di te che resiste, anche quando tutto sembra perso. Quella che non fa rumore, ma continua a respirare piano, aspettando che il mondo si ricordi di te - o forse, che tu ti ricordi di lui.

Oggi tutto è buio. Ma anche il buio, prima o poi, si stanca di essere buio.